Personaggi dello sport: Fabio Paratici e Cristiano Ronaldo

Paratici: "Mendes mi disse che Ronaldo rimase colpito da quanto accaduto allo Stadium e gli sarebbe piaciuto giocare nella Juve, possibilità concretizzatasi quando abbiamo iniziato a trattare Cancelo. A quel punto abbiamo colto un'occasione unica poi, quando abbiamo chiuso per Cancelo, mi ha spiegato la situazione. Ne ho parlato con Agnelli in primis, i numeri erano la cosa più difficile: ha preso qualche ora di tempo, mi ha detto di andare avanti e di vedere se ci fosse davvero l'opportunità. Era una cosa unica, è il giocatore più forte al mondo e quando le trattative sono fatte tra due grandi istituzioni come Juve e Real Madrid, con un grande giocatore come lui e un grande agente come Mendes, è più facile fare business e fare trasferimenti".



Fabio Paratici esperto di calcio internazionale e deus ex machina del calciomercato Juventus
Fabio Paratici alza uno dei tanti trofei vinti dalla Juventus grazie anche al suo prezioso lavoro



Paratici e Cristiano Ronaldo



Beppe Marotta, Andrea Agnelli, Cristiano Ronaldo,Fabio Paratici



L'arrivo in Italia di Cristiano Ronaldo ha quindi avuto come attore protagonista il braccio destro di Marotta, "premiato" da Agnelli con il posto d'onore accanto al portoghese nella conferenza stampa di presentazione: "Quando c'è la volontà del giocatore è tutto più facile" Fabio Paratici è il primo personaggio che ho l'onore ed il piacere di fotografare in "controluce" nel blog. Le sue caratteristiche umane e professionali ne fanno la figura ideale "sagoma in ombra mentre i contorni risultano illuminati".Una serie di sguardi d'intesa. Qualche sorriso e un po' di scherzi a sottolineare un rapporto speciale nato solo da poche settimane, ma destinato a consolidarsi nei mesi a seguire. Fabio Paratici è stata la grande sorpresa del CR7-Day. C'era lui infatti accanto al nuovo arrivato nella conferenza stampa di presentazione. Lui e non Beppe Marotta o Andrea Agnelli come da prassi in casa bianconera. Nessun errore di comunicazione, ma una scelta dettata dal desiderio del presidente di voler premiare il braccio destro del dg della Juventus. Una personalità che agisce spesso nell'ombra, ma che tra i campioni d'Italia ha rivestito in questi anni un ruolo fondamentale e decisivo per accaparrarsi i top player di tutta Europa e consentire alla formazione di Allegri di dare continuità in termini di scudetti e finali. L'ultimo regalo per l'allenatore toscano da parte di Paratici è stato proprio lui: Cristiano Ronaldo. il direttore sportivo dei bianconeri è stata infatti la figura chiave che ha permesso di realizzare questo sogno di mercato, una suggestione che sembrava impossibile da trasformare in realtà e che invece lui è riuscito a portare a termine in pochi giorni, come se si stesse trattando del calciatore di una serie minore disposto anche a giocar gratis pur di debuttare in Serie A. «Un'idea folle» come l'ha definita lo stesso ex calciatore nativo di Borgonovo Val Tidone, materializzatasi poi con qualche chiacchierata esplorativa e con il placet del presidente bianconero che ha avallato l'operazione più onerosa del calcio italiano: 100 milioni. Fabio Paratici è stato il miglior "colpo" dell'ultima sessione di calciomercato della Juve. I Top Team di Europa da tempo sono sulle sue tracce, e a ragione, non mollano l'uomo che in simbiosi con Beppe Marotta ha disegnato e attuato le strategie risultate vincenti della presidenza  Agnelli. Il giovane  Andrea , prevedendo attacchi frontali e sotterranei su quel versante,  il 23 Aprile 2015 aveva messo a segno per la sua " Signora": il rinnovo fino al giugno 2018 di Beppe Marotta e Fabio Paratici rispettivamente, direttore generale e direttore sportivo. I due, co- artefici dei successi bianconeri, continueranno a lavorare quindi per altri anni per costruire una squadra sempre più competitiva. Il presidente si è poi assicurato la fondamentale continuità tecnica della squadra rinnovando, con adeguamento, il contratto a Massimiliano Allegri che, superate le critiche e le perplessità iniziali, ha saputo inserirsi con adeguato stile, e non era facile, nella nuova prestigiosa realtà: la Juventus.
Chi è Fabio Paratici ? Fabio nasce a Borgonovo Val Tidone, in provincia di Piacenza, 13 luglio 1972. In un paesino poco distante nasce un altro appassionato di sport destinato a diventare un grande nome del calcio italiano, nonché suo inseparabile amico d’infanzia, Filippo Inzaghi. Con lui, proprio nella stessa partita, viene scelto per fare il grande salto di qualità.«Siamo amici sin da bambini, dormivamo uno a casa dell’altro e andavamo in vacanza insieme.
E’ un rapporto che va oltre il campo, un’amicizia che dura da sempre direi» Ho smesso presto, a 31 anni, e poi ho trovato la strada giusta, confida ai suoi interlocutori «Non ci sono trucchi, il metodo è fare ciò che uno sente. E soprattutto avere dei collaboratori validi. Nella mia testa io volevo diventare un esperto di calcio internazionale, me lo sentivo sulla pelle»
“Basta che arrivino giocatori di qualità, non importa il ruolo: poi ci penso io a sistemarli”. Parole e
musica di Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus pentacampione d’Italia, venerdì 13 maggio 2016 . Questo è il primo input per il direttore sportivo della Juve, dice Fabio, che oltre ad essere responsabile dell’area tecnica e sovraintendere al settore giovanile deve gestire il rapporto quotidiano tra squadra e allenatore. Ma è  portare in "rosa" oggi  i Pjanic , i Dani Alves, i Benatia i Dybala, come ieri i Bonucci , i Barzagli, i Pogba, i Tevez , i Dybala, i Morata .... ,aggiungo io, l'aspetto peculiare del suo operare. Ribadisce, consapevolmente e con semplicità, che non è facile la gestione, ma non avevamo dubbi, nè del secondo, nè del primo aspetto del lavoro, visto che devi interfacciarti con allenatore, squadra, medici, fisioterapisti, magazzinieri.....
E i soldi ? Mi verrebbe da chiedere, ce ne sono per così tante .."cose" ? La risposta è nei fatti .
Una gestione attenta ed oculata, finalizzata ad accrescere la qualità della squadra stando attenti a non fare mai il passo più lungo della gamba, unita agli introiti dello Juventus Stadium, alle nuove
politiche commerciali della gestione Agnelli e i risultati sportivi raggiunti negli ultimi anni, ci hanno consentito di aumentare progressivamente la  "potenza di fuoco" nelle varie sessioni di calciomercato. Quest'anno dopol’acquisto di Miralem Pjanic è stato il turno di Dani Alves, Higuain, Benatia, Pjaca, Quadrado, tasselli di fondamentale importanza per la costruzione di quella che sembra configurarsi sempre più come una delle Juventus più forti di sempre.Ma, quello che mi incuriosisce, è l'aspetto vivo di un lavoro così complesso per cui scivoliamo sull'argomento "clou": la Coppa dei Campioni .
 Il "Paron "Nereo Rocco ripeteva sempre questa frase "Balon, palo, fora: te se un cojon. Balon, palo, dentro, te se un Campion. Questo riassume, dice Paratici, il concetto della Coppa. Il piccolo fattore, nelle Coppe incide, nel Campionato no. Basta ricordare Poznam nel 2010 dove si giocò a - 15° e il campo era totalmente innevato e non misero il riscaldamento in campo , e ... Istanbul ? L'equilibrio è sottile , il livello è alto per cui questi fattori incidono. Ma come si arriva all'acquisto di obiettivi importanti, è l'altra domanda la cui risposta ci farebbe veramente comprendere, sin nelle più piccole sfumature, il suo lavoro. "Finchè il giocatore non firma non puoi stare sereno. "Quando Tevez partì per arrivare a Torino doveva fare tre scali:tra voli e fuso orario doveva partire da San Paolo alle 4.15 del mattino. Io alle 4.20 ho messo la sveglia per chiamarlo e sentire se il suo telefono era staccato. Fin quando non hai il giocatore che firma devi stare attento. Pogba era un giocatore conosciuto. Non è stata una invenzione. Il Manchester United lo prelevò quindicenne con modi un pò particolari dal Le Havre, ed era già molto dotato. Abbiamo controllato le scadenze contrattuali, in modo da inserirsi. Seguendolo e conoscendolo è arrivata questa proposta e l'abbiamo preso per fortuna. E' un grande giocatore ed una grande persona. Ha un futuro davanti a sè che nessuno può immaginare. Del Piero e' un pezzo della storia della Juve e lo rimarrà per sempre. E' stato un onore per me essere  per due anni suo Direttore Sportivo. Alex è stato molto importante per la Juve e la Juve è stata ancora più importante per lui.Si sono prese determinate decisioni, non credo ci siano stati rimpianti da entrambe le parti che hanno ricevuto tanto. La passione,che Fabio Paratici ha profuso in tutto quello che ha fatto, la possiamo intravedere in queste due risposte date in alcune interviste: «Non ricordo il mio primo pallone, perché da quando ho memoria ho sempre avuto un pallone ai piedi. Era tutto un "giocare a calcio"»
"L'importanza della famiglia nella mia vita è stata molta. Se non riescono a capire i tuoi tempi e le assenze che inevitabilmente gli darai, è davvero difficile. Ma ho sempre detto a mia moglie che per capire se uno è un talento è meglio andare a vederlo tre volte in meno sul campo, ma uscire una volta a cena con lui e il suo entourage. Vedere di chi si circonda, ti fa capire che futuro può avere»
Mi piace concludere questo "controluce"citando questa sua affermazione  «Nel calcio come nella vita, le doti non bastano, servono i sacrifici nella passione che si vuole coltivare».
fonti varie
Marcello Spadola
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