Personaggi dello sport: Luka Modric "Pallone d'oro 2018"


Ad issarsi sulla vetta del mondo, quest'anno, non è stato un supereroe ma un giocatore, Luka Modric, il cui talento preziosissimo e una tecnica sopraffina gli consente di decidere i ritmi e i destini di una partita mostrandoci quanto la profonda comprensione del gioco possa essere la cosa più importante per un calciatore. Preludio alla consacrazione di miglior giocatore della stagione con la vincita del Pallone d'oro è stato il premio ricevuto come miglior giocatore del Mondiale 2018. In Russia aveva trovato il contesto ideale per esprimersi: una competizione breve, in cui ogni partita è decisiva e il contesto tattico è semplificato rispetto al calcio dei club. Il peso della tecnica e del talento nella lettura del gioco era ancora più importante. La delicatezza nel controllo e nella conduzione palla, il suo sapiente uso del destro, la sensibilità irreale con l’esterno del suo piede forte, l’utilizzo del corpo e della tecnica per difendere il pallone e attirare vicino a sé gli avversari per liberare i compagni, sono state armi fondamentali per il cammino della Croazia. Così come la sua capacità di interpretare ogni parte nello spartito del centrocampo della sua Nazionale.


Luka Modric Pallone d'oro 2018 e stella del Real Madrid






Il sogno di Luka Modric è iniziato da rifugiato che girava per gli ostelli insieme alla famiglia portandosi sempre dietro un pallone. Senza soldi in tasca ma con una passione sfrenata per il calcio è salito sul tetto del mondo aggiudicandosi il Pallone d’Oro, il premio assegnato ogni anno da France Football al miglior giocatore della stagione.Il croato rompe così il decennale duopolio della coppia Messi-Ronaldo. Quel pallone che teneva sempre sotto al braccio, è diventato... d’oro. Schivo, riservato, senza grilli per la testa, lo sguardo sempre concentrato e vigile come quando da ragazzino a 5 anni sorvegliava le pecore al pascolo. Esiste addirittura un documentario sulla Croazia rurale dove, secondo il regista Balenovic, il bambino ripreso sarebbe proprio Luka. Un campione Luka nato dalla guerra che ad appena sei anni si è ritrovato senza casa. Era un freddo giorno di dicembre del 1991 quando vide arrivare i militari della Repubblica Socialista di Jugoslavia, che prima fucilarono il nonno davanti ai suoi occhi e poi gli bruciarono la casa pensando fosse un nascondiglio per gli indipendentisti. In realtà si trattava di una semplice casa cantoniera a Zaton, un paesino della Dalmazia di appena 100 anime, dove il piccolo Modric, nato il 9 settembre 1985, era cresciuto insieme a papà Stipe, un operaio che si occupava di riparare strade, e mamma Radojka, sindacalista e impiegata nel settore tessile. Oggi è diventato grande, ha sposato Vanja, messo al mondo tre figli, vinto 4 Champions e trascinato addirittura la sua Nazionale alla finale di un Mondiale. lfLe scarpette agli inizi spesso erano di fortuna e i parastinchi glieli fabbricava con dei pezzi di legno: erano indispensabili visto che quel talento in erba aveva ancora gambe magre e un fisico tanto gracile che qualcuno dubitava potesse diventare un vero calciatore: l’Hajduk Spalato, ad esempio, lo rispedì a casa dopo un provino, una scelta che rimpiangono ancora oggi. Ci vide lungo invece la Dinamo Zagabria, una delle squadre più forti della Croazia, che lo acquistò e lo fece debuttare nei professionisti: "Pareva un miracolo già che stesse in piedi", ha ricordato Bajlo, guru del calcio croato, "però il tocco di palla era incredibile e sembrava che avesse gli occhi anche dietro la testa". Quando giunse nella capitale non aveva neppure un conto bancario, ma i soldi arrivarono presto: due anni in prestito per farsi le ossa e poi la rapida ascesa.Nel 2008 il definitivo lancio in Europa col passaggio al Tottenham, dal 2012 la consacrazione con la maglia del Real Madrid.
fonti varie
Marcello Spadola
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